- Santa Maria di Monserrato a Roma. Dal Cinquecento sintetista al purismo dell’Ottocento, con saggio introduttivo di Sandro Benedetti, Ed. Librerie Dedalo, Roma 1996, 204 pp., ill. b/n. Il volume si articola in due parti; la prima rivolta alle vicende cinquecentesche, la seconda alle opere successive, con particolare riferimento ai finora poco noti restauri ottocenteschi. Nei capitoli di entrambi le parti emergono considerazioni storico-critiche che evidenziano gli interventi innovativi e precursori di espressioni artistiche particolarmente significative.
- L’architettura di Martino Longhi il Vecchio, nella collana “Storia Architettura Saggi”, diretta da Sandro Benedetti e Gaetano Miarelli Mariani, n° 12, Bonsignori Editore, Roma 2002, 392 pp., ill. b/n. Il volume deriva da un lungo lavoro di ricerca indirizzato a raggiungere un primo risultato per la conoscenza delle opere dell’architetto. Lo studio è orientato sulla puntualizzazione dei fattori che hanno avuto un ruolo determinante nel processo di maturazione del linguaggio formativo del Longhi, compreso il ruolo esercitato dalla committenza nei progetti affidatigli.
- Architetti e maestranze lombarde a Roma (1590-1667).Tensioni e nuovi esiti formativi, nella collana: “I Saggi di Opus”, n. 17, diretta da Tommaso Scalesse e Lorenzo Bartolini Salimbeni, Carsa Edizioni, Castrocielo (Fr) 2009, (con M. Fratarcangeli), parte prima, pp. 9-186, ill. b/n e a colori. Ricostruito un percorso formativo, apertosi alle nuove tensioni negli anni finali dell’ attività di Martino Longhi il Vecchio – del quale porta a conclusione le ricerche avviate da tempo –, in concomitanza, evidenzia interessanti ed inediti sviluppi caratterizzanti i modi di “formare” degli architetti Flaminio Ponzio e Onorio Longhi rispetto ai loro contemporanei, unitamente all’individuazione ed allo sviluppo di una particolare potenzialità del linguaggio barocco fatta propria da Martino Longhi il Giovane.
- Disegni di Pietro Camporese il Giovane. Nuove acquisizioni, in “OPUS – Quaderno di Storia dell’Architettura e Restauro”, vol. 8 / 2007, Castrocielo (FR) 2009, Carsa Edizioni – Pescara, p. 157-172. Sulla base di disegni inediti di Pietro Camporese il Giovane redatti tra il 1826 ed il 1833 – relativi ad un progetto per un nuovo palazzo da erigere sullo stesso luogo dove, in quegli stessi anni, trovavasi in stato di abbandono e di grave degrado la chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli (oggi di Nostra Signora del Sacro Cuore) – lo studio si sofferma nell’evidenziare le peculiarità tipologiche del medesimo ed i rapporti proporzionali che lo sottendono estendendone i nessi all’attività architettonica in quegli anni a Roma, nonché al modo di concepire l’abitare.
- Piazza Pio Xll a Roma. Ideazione e compimento di un complesso spazio urbano e architettonico, in “Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon”, XlV/2014, Città del Vaticano 2015, pp. 415-441. Il saggio, partendo dalla rilettura e dallo sviluppo delle relazioni sussistenti tra detta piazza e quella antistante barocca, tende a spostare l’attenzione dal dibattito circa l’apertura della spina di Borgo all’ulteriore problema che seguì relativo alla definizione architettonica delle testate sul lato del colonnato del Bernini e sulla nuova visione che si venne ad avere della Basilica di San Pietro. Marcello Piacentini conforma l’attuale piazza Pio XII come terminazione di via della Conciliazione e, al tempo stesso, come spazio antistante piazza S. Pietro attraverso due moduli (i propilei e le loro testate) alla progettazione dei quali l’architetto stabilisce relazioni legate ad una capacità percettiva connessa alla visione in 3D dovuta alla “stereopsi”. Vengono ripercorsi i tratti essenziali di questo episodio urbanistico e architettonico, ne vengono individuati i limiti, ma anche l’importanza per la conoscenza della figura artistica dell'architetto e della sua esplicita volontà di non sottrarsi al rapporto dialettico con il contesto preesistente altamente qualificato.